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Sede Parlamento Europeo Per una filiera sempre più trasparente ed efficiente

La Commissione Agricoltura della Ue, nell’interesse del produttore e del consumatore, risponde con strumenti adeguati alle pratiche sleali nella filiera agroalimentare

In Europa non è più in discussione la necessità di avere al più presto una direttiva che identifichi e vieti le pratiche sleali nella catena alimentare. Da anni attendiamo questo momento affinché dalla terra alla tavola la filiera diventi più efficiente e trasparente, e finalmente l’Ue sta rispondendo in modo concreto, con una direttiva che ha lo scopo di contribuire a una distribuzione più equa del valore aggiunto delle produzioni agroalimentari lungo tutta la catena di approvvigionamento. Oltre che nell’interesse degli anelli ‘deboli’ della catena, in particolare gli agricoltori, questo intervento è anche nell’interesse del consumatore perché le pratiche sleali concorrono a deprimere la qualità dei prodotti e sono uno degli inneschi potenziali di fenomeni odiosi come caporalato e sfruttamento della manodopera.

“Come sapete- spiega Paolo De Castro, primo vice presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo e relatore della proposta di Direttiva – in Italia è già in vigore dal 2012 una normativa che disciplina la contrattazione e le pratiche sleali (Decreto legge 24 gennaio 2012, n.1 articolo 62), con un ambito di applicazione ancora più ampio della Direttiva. La responsabilità di vigilare, indagare e, se del caso, reprimere i comportamenti scorretti è stata affidata all’Agenzia Garante della Concorrenza dei Mercati. Tuttavia la stessa Agcm, nel definire le proprie competenze nell’applicazione – e come è forse normale per un’Autorità che si muove nel solco del diritto antitrust – le ha limitate ai soli scambi tra operatori con un significativo squilibrio di forza commerciale. In una filiera agroalimentare così frammentata come quella italiana questa scelta riduce sensibilmente le possibilità di intervenire su quei comportamenti scorretti che tendono a verificarsi nei rapporti tra imprese e che hanno a che fare solo indirettamente con fenomeni come l’abuso di posizione dominante e le fusioni/acquisizioni di aziende. Così, mentre in altri paesi Ue come la Spagna si registrano ogni anno decine di denunce e conseguenti indagini, decisioni e sanzioni, le iniziative in Italia negli ultimi 6 anni si possono contare sulle dita di una mano. Anche nel Regno Unito le sanzioni sono poche, ma è continua l’attività di prevenzione e pressione sui soggetti segnalati come protagonisti di comportamenti scorretti”.

Il carattere innovativo della proposta, oltre all’armonizzazione a livello europeo e la conseguente possibilità per i nostri produttori di essere protetti anche quando esportano in qualsiasi paese dell’Unione, sta nell’aver individuato pratiche commerciali che devono essere proibite indipendentemente da qualsiasi altro parametro – come ad esempio il significativo squilibrio di mercato. “La Commissione agricoltura dell’Europarlamento – continua l’eurodeputato – ha approvato a schiacciante maggioranza una relazione che migliora la proposta della Commissione europea, dimostrando ancora una volta che l’Europa non è il problema, ma la soluzione ai problemi. Il voto è la dimostrazione che quando in Europa si fa squadra lavorando in modo costruttivo, si portano a casa i risultati: abbiamo detto no alla cancellazione last minute degli ordini, ai ritardi nei pagamenti ai fornitori, alle modi che unilaterali dei contratti, ai mancati pagamenti ai fornitori per la merce invenduta”.

Dopo il voto della Commissione agricoltura è seguito quello della Plenaria del Parlamento europeo che ha confermato e validato de nitivamente i significativi miglioramenti inseriti dagli eurodeputati nella proposta del commissario Phil Hogan. Un risultato che è stato possibile nonostante gli ostacoli presentati da coloro che negli ultimi 10 anni si sono sempre opposti all’introduzione di regole per relazioni commerciali più eque e trasparenti, e che ancora una volta hanno tentato di far rinviare l’approvazione del mandato necessario a negoziare con le altre istituzioni europee. Rinvio che avrebbe rischiato di distruggere – per mancanza di tempi tecnici – l’unica possibilità di ottenere questo importante atto legislativo approvato entro la fine della legislazione europea, a maggio. “Era ora o mai più e sono felice che le lobby dei grandi supermercati non siano riuscite a mettere a tacere il Parlamento europeo che invece, a grande maggioranza (428 a favore, 170 contrari e 17 astenuti), ha dato il via libera all’avvio di negoziati con il Consiglio dei ministri e la Commissione Ue, per cancellare le pratiche commerciali sleali dalla catena alimentare. I nostri agricoltori ne hanno disperatamente bisogno e noi non li deluderemo. Senza perdere tempo, infatti, sono iniziate subito le trattative con Consiglio e Commissione europea con l’obiettivo di nalizzare il dossier entro Natale; unica nestra di opportunità per approvare le nuove regole prima delle elezioni del Parlamento europeo a maggio. In questa battaglia di Davide contro Golia dobbiamo ‘armare’ i più deboli – agricoltori, produttori e Pmi che garantiscono ai consumatori l’approvvigionamento alimentare. Abbiamo bisogno di garantire equità, cibo più sano e diritti sociali – ha concluso De Castro – e lasciatemi assicurare che così facendo lavoreremo duramente per garantire che i consumatori possano continuare ad avere accesso alle eccellenze e ai prodotti di migliore qualità”.

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