Tra risaie, borghi e vette
La Provincia di Vercelli sorprende i visitatori per la sua ricchezza culturale, paesaggistica ed enogastronomica
Un’inconfondibile forma a clessidra, discontinua e unica, suddivisa nel Vercellese e nella Valsesia, unite da un istmo largo meno di due chilometri. Montagne, colline e pianura si fondono nel territorio della provincia di Vercelli, esprimendo un fascino senza tempo che attrae moltissimi visitatori. “Nonostante il periodo non certo favorevole, il turismo è cresciuto dalle nostre parti, ovunque, ma soprattutto in Valsesia. Sono certamente mancati gli stranieri, ma gli italiani hanno compensato questa assenza affollando le nostre località montane, come pure i nostri borghi più incantevoli, tra cui Varallo indicato da ‘Le Figaro’ come una delle mete italiane imperdibili.
E rimanendo affascinati dalle risaie, che dominano la parte bassa della provincia e che offrono i risi tra i più pregiati del mondo. I turisti si sono anche dedicati ai vari sport praticabili nel nostro territorio, dalla canoa al rafting, dal canyoning sino alle passeggiate sulle vette del Monte Rosa”. Parola di Eraldo Botta, presidente della Provincia, per cui questo inatteso incremento del turismo è un’ottima base per la ripartenza del Piemonte dopo l’emergenza Covid. D’altro canto quest’area geografica stupisce per la sua diversità chi ancora non ha avuto il piacere di conoscerla: si può passare dall’antico Castello di Moncrivello al confine con il Torinese, sino al rifugio più alto d’Europa, la Capanna Margherita, a 4.554 metri di altitudine sul Monte Rosa, la cui inaugurazione da parte della Regina Margherita di Savoia risale al 1893. “In Valsesia, oltre ad ammirare il puncetto, il pizzo ad ago tipico dell’alta Valsesia, si può fare anche un salto ad Alagna, che, assieme a Riva Valdobbia, Rima San Giuseppe, Carcoforo, Rimasco e Rimella, ospitano le sei colonie Walser a Sud del Monte Rosa, tutte fondate tra il XII e il XIII secolo”. E che dire del capoluogo, Vercelli, il cui fascino discreto e l’abbondanza del patrimonio artistico, la rende una delle città più affascinanti del Piemonte?
Vercelli inoltre è l’unico punto in Europa in cui la Via Francigena incontra il Cammino di Santiago, dunque un luogo di riferimento per i pellegrini di tutto il mondo. “Il Vercellese s’identifica spesso con le grange, letteralmente i ‘granai’, le antiche unità abitative all’interno delle quali i monaci cistercensi avevano attuato opere di bonifica su terreni incolti per renderli adatti all’impiego agricolo. L’area delle Grange ha il proprio fulcro nell’Abbazia di Santa Maria di Lucedio, un gioiello di rilevanza storica e artistica”, spiega Eraldo Botta. Ma la provincia è visitata anche per le sue pietanze “povere” e gustosissime. I piatti della cucina valsesiana, per esempio, sono sostanziosi e nati per sfidare il freddo: toma e polenta concia si sposano alla perfezione con i vini delle terre del Nebbiolo, il vitigno dalla cui uva si ricavano rossi corposi e longevi.
“Nell’area in cui la provincia di Vercelli si ‘stringe’, sorgono i Comuni dove vengono prodotti i vini Gattinara, Bramaterra e Coste della Sesia. Questo territorio è di antica tradizione vinicola, da ben prima della dominazione romana ed è racchiusa dallo scenario naturale unico del Monte Rosa che, bloccando i venti freddi del Nord, crea uno speciale microclima”. Nel Vercellese il piatto tipico è la panissa, preparata con gli ingredienti classici della gastronomia tipica locale: riso e fagioli. “Le risaie tutt’attorno a Vercelli si possono visitare attraverso tour guidati per scoprire la storia e l’origine delle biodiversità del cereale, con la possibilità di degustare i piatti classici della tradizione. Il nostro è un territorio da non perdere” conclude Eraldo Botta.
Provincia di Vercelli
Complessivamente vi risiedono 170.300 abitanti ed è una delle province italiane più antiche. Nel periodo napoleonico ebbe la denominazione di “Dipartimento del Sesia”. Lo stemma, che raffigura una spada brandita da una mano a lama verso l’alto, campeggiano - su sfondo blu - le 36 medaglie d’oro al valore militare che i cittadini conquistarono nella Guerre di Indipendenza e nella Grande Guerra. Tra i suoi maggiori fattori economici sicuramente è il turismo, in particolare grazie al fascino della Valsesia.
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